Quel che ci resta dell’Alfa Romeo in Formula 1

Che cosa ci resta dell’avventura Alfa Romeo in Formula 1? Molta amarezza per quello che poteva essere e invece non è stato. Il 2 dicembre 2017 eravamo ad Arese quando Sergio Marchionne annunciò la partnership tra Alfa Romeo e Sauber con un motore Ferrari a rendere tutto più interessante.

C’erano tutti. Da Elkann a Todt. Da Arrivabene al giovane Leclerc che era ancora una bimbo, una promessa tutta da esplorare in Sauber.

“Il ritorno di Alfa Romeo in F1 è un evento storico, un momento speciale non solo per noi, ma anche per il nostro Paese, importante per il nostro brand, ma anche per tutto il mondo della Formula 1 – disse Marchionne -. La catena del Dna Alfa rimesso insieme si completa con questo progetto passato e futuro dell’Alfa si uniscono in questa sala, siamo in festa per due motivi: l’Alfa riporta in pista la sua tradizione gloriosa e restituiamo alla F1 un brand che ha fatto la storia della categoria. L’accordo con Sauber è figlio del rapporto con una scuderia che si è sempre fatta valere e che ha sempre avuto nei giovani un’attenzione come nei desideri del fondatore Peter Sauber”. Marchionne parlava anche di duello con la Ferrari, sognava un coinvolgimento crescente di Alfa Romeo, un vero passaggio da sponsor a parter tecnologico di Sauber.

Invece sappiamo come è andata a finire. Senza più Marchionne, l’Alfa Romeo è rimasta come sponsor, perdendo anche la possibilità di dire la sua sul pilota, tanto che il povero Giovinazzi ne ha fatto le spese (e alla fine gli è andat benissimo a Le Mans).

Di Alfa Romeo ci resterà il grande lavoro svolto dagli uomini del marketing che se ne sono inventate di ogni per tenere alto il brand Alfa in tutto in mondo anche quando magari mancavano i modelli da lanciare. Hanno lanciato livree inbcredibili e pure fatto girare una Formula 1 in centro a Milano con partenza da Piazza Duomo.

Se ci fosse stato un mondiale del marketing, Alfa Romeo avrebbe lottato per la vittoria.

Sulla gestione del team ho sempre avuto invece patrecchi dubbi. Le scelte di Vasseur non mi avevano mai convinto, mi sembrava più che altro mirate a far quadrare i bilanci che a ottenere risultati in pista copn tanti errori strategici in pista. Ma anche quest’anno con Vasseur in Ferrari la situazione non è migliorata nonostante la passione molto Alfa di Alessandro Alunni Bravi, uno che le corse le conosceva davvero.”Nel mio ruolo mi dare un 6, ma il bilancio è negativo perchè siamo arrivatri penultimi nella classifica Costruttori”, ha detto la scorsa settimana ad Autosprint.

Share Button
umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

Rispondi

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.